Qualche giorno fa abbiamo avuto una doppia presenza di rilievo nella nostra Mira Rossa.

In due sezioni della Riviera, tra cui Mira, del "Partito Democratico", oramai la facciata di sinistra della ideologia della borghesia, (quando la facciata di destra della ideologia della borghesia è il "Partito Della Libertà" sedicente tale, postfascisti e leghisti xenofobi compresi, un po' come dire la differenza tra lo schifo e la schifezza), è arrivato Fassino ad inaugurare in velocità le due nuove sezioni.

Il giorno dopo è passato Casson, con il solito codazzo di sedicenti intellettuali veneziani, a parlare di maliaffari ecc.

Un nostro concittadino, Vittima della "Giustizia" per eccellenza, che lo si continua a torturare in ogni modo e gli si cerca di creare il vuoto intorno in mille maniere, compreso il sabotaggio antisindacale mirato dei lavoratori che si uniscono con lui ad un sindacato di classe in costruzione che dà assai fastidio, compresa la repressione con montature ad hoc verso chi gli dà solidarietà, comprese le montature periodiche, che da oltre un quarto di secolo i gruppi speciali dei carabinieri di Ganzer (sotto processo per associazione a delinquere e narcotraffico internazionale) perseguitano con arresti e provocazioni, questo nostro concittadino ha detto in giro ai compagni più vicini, i motivi per cui si è ben guardato dal partecipare ad iniziative con questi due "grandi personaggi" della "politica" italiana.

INNOCENTI SI E' SINO A CONDANNA DEFINITIVA

UN PRONUNCIAMENTO DI COLPEVOLEZZA PUO' ESSERE CASSATO DA UN ORGANO SUPERIORE

LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO E' UN ORGANO SUPERIORE

IL DIPARTIMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ITALIANI SONO ORGANI ABUSANTI ED INFERIORI

Il primo, Piero Fassino, quando fu Ministro di Giustizia, nel settembre 2000, si degnò di rispondere al deputato Verde, Paolo Cento, che aveva rivolto una interrogazione l'anno prima, che il Dorigo Paolo era stato chiuso dalla attività lavorativa autogestita che svolgeva ad Opera al piano 4° del padiglione I, con altri detenuti, in quanto "i detenuti di quella sezione" (ed invece era una lettera anonima portata dall'ispettore Poli all'attenzione degli "organi competenti") avrebbero asserito che il Dorigo aveva pronto un macello in sezione da fare con una "gamba da tavolo" precedentemente staccata dallo stesso, in robusto legno. Il ministro, per quanto ex comunista, non pensò di verificare la quantità di denunce e reclami e raccolte firme e, dall'altra, di sanzioni disciplinari numerosissime che sin dal 1996 nel carcere di Opera in Dorigo, detenuto innocente dal 1993, e la cui innocenza fu proclamata prima del suo ignobile pronunciamento, il 9.9.1998, e quindi questo ministro si accontentò di utilizzare un rapporto di un ispettore (circa il quale peraltro non verificò i precedenti inframurari) per di fatto avvalorare una calunnia (il Dorigo "fuori di testa") utile a coprire ingiustizie su ingiustizie.

Il secondo, Felice Casson, quando fu pm a Venezia nel 1994 ricevette una denuncia dettagliata in forma di querela nominativa diretta contro il pm di Pordenone, Antonello Maria Fabbro, querela presentata dal Dorigo in udienza prelininare il 31.3.1994 e quindi alla PG di Trieste il 17.4.1994 per raccomandata. Per competenza arrivò a Venezia, e sin qui nulla di male. Se non che il Casson istruì la procedura contro "ignoti", mentre esplicitamente il Dorigo la aveva indirizzata contro A.M.Fabbro ed altri (questi sì a lui ignoti prima di leggere gli atti) poliziotti Digos di Pordenone. Nonostante poi la testimonianza del poliziotto penitenziario Catalano del carcere di Padova confermò la denuncia di Dorigo in almeno uno dei quattro episodi di tentativo di interrogarlo senza difensore, da lui denunciati come avvenuti tra il 3 novembre 1993 ed il 17 marzo 1994, il Casson cestinò la pratica, archiviando. Anche in questo il Casson fu di parte, perché, se era vero che su indagini della Procura di Venezia il Dorigo aveva scontato 2 anni e oltre 10 mesi di detenzione da innocente (sentenze delle Corti di Assise di Venezia e Corti di Assise e di Assise di Appello di Roma del 1991 e 1990-1991), allora doveva avere più cautela il Casson nel "dipingere" di merda di colpevolezza il Dorigo Paolo, poi conclamato Perseguitato n.1 con impossibilità di revisione processuale nonostante i pronunciamenti di Corte Europea, Corte di Cassazione e Corte Costituzionale, dopo aver scontato innocente oltre 15 anni di detenzione della sua vita.